Le Ascocentrum, le Vanda e i loro ibridi
Questi due generi sono diffusi un areale piuttosto ampio dall’ India, Bangladesh sud est asiatico e Australia. Le specie appartenenti a questi generi, sono piuttosto variabile e i botanici tutt’oggi non sono d’accordo sulla tassonomia, ma è certo che al genere Ascoscentrum appartengono una decina di specie di dimensioni piuttosto ridotte, mentre al genere Vanda appartengo specie di dimensioni imponenti. Tra questi due generi è possibile creare artificialmente degli ibridi sulla cui incomparabile bellezza tutti sono d’accordo.
Le piante hanno sviluppo monopodiale, sviluppandosi quindi in un'unica direzione, sono epifite, crescendo nelle posizioni più luminose nelle più intricate foreste tropicali asiatiche dove le temperature e il tasso di umidità sono decisamente elevati. Le foglie sono spesso nastriformi e coriacee in numero elevato arrivando tranquillamente anche a qualche decina; l’apparato radicale è costituito da radici grosse che si dipartono lungo tutta la pianta impedendo, quindi, l’identificazione di un colletto, infine i fiori, in numero variabile da uno a molti, sono spesso raggruppati in dense spighe dai colori accesissimi.

È importante premettere che in commercio si trovano soprattutto ibridi che vengono comunemente chiamati ‘Vanda’, ma che in realtà sono ibridi intergentici tra i generi Ascocentrum e Vanda, ma anche tra generi legati filogeneticamente. A causa delle loro necessità di luce e acqua la loro coltivazione risulta essere decisamente impegnativa.
Impariamo quali sono le esigenze fondamentali di queste bellissime orchidee analizzando i bisogni principali: luce, acqua, temperatura, concime e rinvaso.



LUCE
Nel loro ambiente naturale questi due generi crescono in posizioni estremamente luminose, motivo per cui la coltivazione in casa è ardua, ma non impossibile. Una posizione in cui la pianta riceva anche alcune ore di luce diretta è ideale quindi bisogna escludere a priori il nord. L’esposizione prolungata alla luce solare diretta potrebbe surriscaldare i tessuti creando delle irreparabili scottature.

ACQUA
L’acqua può essere fornita sia allo stato liquido che allo stato gassoso sottoforma di umidità atmosferica. Nelle foreste tropicali, l’umidità raramente scende al di sotto dell’80% e le precipitazioni sono numerose e costanti almeno una volta al giorno. Tuttavia il fatto che queste piante crescano arrampicate sugli alberi, dove il ristagno di acqua è minimo o nullo, ci indica che poco sopportano gli stessi ristagni d’acqua. La somministrazione dell’acqua è dipendente dal tipo di substrato: un substrato che trattiene acqua tenderà ad asciugare più lentamente e quindi ci farà ridurre le annaffiature fino a due alla settimana, mentre un substrato che la farà percolare rapidamente (o se la pianta è coltivata a radice nuda) indurrà ad una innaffiatura e nebulizzazioni quotidiane.
E’ imperativo sottolineare che spesso queste piante vengono vendute in grandi vasi di vetro: niente di più sbagliato! Il vetro funge da lente, fa aumentare le temperatura all’interno del vaso e la pianta soffrirà di disidratazione, inoltre se malauguratamente daremo acqua alla pianta, tale acqua non avrà modo di essere eliminata e causerà il marciume dell’apparato radicale.


TEMPERATURA
Le foreste in cui queste orchidee crescono hanno temperature elevate e, in linea di massima, costanti durante tutto il corso dell’anno. Minimo 20°C, ma riescono a tollerare temperature anche vicine ai 30°C. Per favorire la fioritura è necessario garantire un escursione termica di almeno 4-5°C.

CONCIME
Come tutte le orchidee anche questi generi hanno necessità di una quantità ridotta di concime ed in particolare la metà della quantità segnalata sulle etichette.

RINVASO E SUBSTRATO
Queste orchidee, come la maggior parte delle specie tropicali, vivono aggrappate sui tronchi di alberi e in particolare dove si ha una rigogliosa crescita di muschi, licheni. In coltivazione riscreare questo ambiente è decisamente difficile, inoltre la scelta del corretto substrato è dettata dall’umidità atmosferica: maggiore sarà l’umidità che potremmo fornire minore sarà la quantità di substrato Queste piante infatti possono essere tranquillamente coltivate a radice nuda a patto di garantire un’umidità superiore all’85%, ma un adeguato riciclo di aria per evitare l’insorgere di patologie fungine. I materiali su cui focalizzare la nostra attenzione saranno quindi bark di grossa pezzatura e polistirolo, che quindi non trattengono eccessiva acqua.