Gli ODONTOGLOSSUM e i suoi ibridi
Appartengono a questo genere circa 60 specie epifite diffuse attorno alle Ande dai 1400 ai 3500 m di quota, caratterizzate dall’avere dei pseudobulbi schiacciati recanti da una a tre foglie. L’infiorescenza, nasce dall’attaccatura della foglia con lo pseudobulbo (ascella fogliare) e lo stelo, di varia lunghezza, porta dei fiori piuttosto numerosi e soventemente colorati.
Geneticamente è molto vicina ad altri generi come gli Oncidium e Brassia e grazie a questa parentela stretta è possibile creare ibridi sempre più colorati e sempre differenti.

Sebbene “Cambria” sia un nome che appare spesso nei cartellini delle orchidee che compriamo il genere Cambria non esiste. Questo nome attualmente serve a identificare un generico ibrido tra Odontoglossum e altri generi affini. Tuttavia questo non è corretto dal punto di vista storico: esiste infatti un incrocio intergenerico tra Odontoglossum, Cochlioda e Miltonia chiamato Vuylstekeara (nome dato nel 1911 in onore dell’orticultore fiammingo Charles Vuylsteke che lo ha creato) e la Nonostante ciò tutte le orchidee etichettate come “Cambria” sono da considerarsi ibridi di Odontoglossum ed affini. I nomi corretti sono molto numerosi, eccone alcuni:
Miltonia x Brassia = Miltassia
Odontoglossum x Oncidium = Odontocidium
Odontoglossum x Miltonia = Odontonia
Odontoglossum x Cochlioda x Miltonia = Vuylstekeara
Odontoglossum x Cochlioda x Oncidium = Wilsonara
Odontoglossum x Miltonia x Oncidium = Colmanara
Brassia x Cochlioda x Miltonia x Odontoglossum = Beallara
Cochlioda x Miltonia x Odontoglossum x Oncidium = Burrageara

Questi ibridi sono molto diversi tra di loro, anche per esigenze di coltivazione. Riportiamo qui le condizioni valide per gli Odontoglossum che dobbiamo mediare quelle relative a altri eventuali genitori del nostro ibrido.
Analizziamo i bisogni principali delle orchidee del genere Odontoglossum: luce, acqua, temperatura, concime e rinvaso.



LUCE
Queste orchidee in natura crescono sui rami più elevati (epifite) oppure sulla roccia (litofite) ad un’altitudine compresa tra i 1400 e i 3500 metri. Esse ricevono quindi una luce intensa ma schermata sia dalle fronde degli alberi che dalle nubi. In casa, queste deliziose piante necessitano di un posizione davanti a una finestra mai a nord ma non devono nemmeno ricevere luce solare diretto che potrebbe danneggiarle irreparabilmente le foglie. È ideale quindi posizionarle vicino ad una finestra in cui sia possibile la luce diretta solo nelle primissime ore del mattino o della sera, mai nelle ore centrali. Una colorazione delle foglie verde scuro ci indica una scarsa irradiazione, mentre un verde chiaro tendente al giallo indica una eccessiva luce.

ACQUA
La natura epifitica degli Odontoglossum ci consiglia di evitare i ristagni di acqua e abbondanti annaffiature. Durante il periodo più caldo innaffiare una volta alla settimana, possibilmente per immersione totale del vaso in acqua, mentre ridurre le annaffiature in inverno ad una volta al mese o anche meno se la pianta è tenuta a temperature inferiori ai 10°C. In ogni caso possiamo capire se il substrato è ancora bagnato valutando il peso del vaso, minore quando il substrato è asciutto.

TEMPERATURA
In commercio ormai si trovano ormai solo ed esclusivamente ibridi che, a causa della loro origine andina, mantengono la predilezione per temperature decisamente più basse rispetto ad altre orchidee come le Phalaenopsis, Cattleya o Oncidium.
Temperature comprese tra i 10°C notturni e i 21°C diurni vanno decisamente bene. L’escursione termica giornaliera è importantissima per invitare la piante a fiorire.


CONCIME
Il concime può essere somministrato mensilmente durante il periodo primaverile-estivo, mentre va sospeso durante l’inverno. Le orchidee che si trovano in commercio sono ibridi particolarmente complessi, spesso tra generi che hanno necessità differenti e questo fa sì che siano piuttosto resistenti e adattabili. Possiamo quindi utilizzare un generico concime per orchidee, mantenendo sempre a mente che le concentrazioni suggerite vanno dimezzate.

RINVASO E SUBSTRATO
La pianta può essere rinvasata ogni 2-3 anni. Il substrato ideale è formato da piccole scaglie di pino, mescolato con sfagno e polistirolo espanso. Ricordiamo che sono piante epifite per cui non possono essere utilizzati altri materiali inerti o scarsamente ricchi per la coltivazione.



Qualche foto degli Odontoglossum e delle Cambria degli Orchidofili Sardi:
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